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La guida su come installare Proxmox Virtual Environment è il primo passo per iniziare ad utilizzare la soluzione di virtualizzazione open-source completa che integra hypervisor KVM, LXC containers, funzionalità di storage e networking su un’unica piattaforma.
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Vedremo poi alcune altre operazioni da fare post installazione che renderanno effettivamente pronta la vostra installazione di Proxmox VE 7 senza una licenza enterprise, in modo da provare al meglio questo potente hypervisor. Ci teniamo a consigliare caldamente l’utilizzo delle repository enterprise stabili quando deciderete di utilizzare Proxmox VE in un ambiente di produzione.
Proxmox VE è basato su Debian. Questo è il motivo per cui le immagini disco di installazione (file ISO) fornite da Proxmox includono un sistema Debian completo e tutti i necessari pacchetti Proxmox VE.
L’installer vi guiderà passo passo durante l’installazione, permettendovi di partizionare il disco locale, applicare le configurazioni di base del sistema (per esempio, fuso orario, lingua, rete) e successivamente installerà tutti i pacchetti necessari. Questo processo non dovrebbe richiedere più di qualche minuto. L’installazione con la ISO fornita è il metodo raccomandato per i nuovi utenti e per quelli esistenti.
In alternativa, Proxmox VE può essere installato su un sistema Debian esistente. Questa opzione è raccomandata solo per utenti avanzati perché è richiesta una conoscenza dettagliata di Proxmox VE.
Quando si utilizza Proxmox in produzione si consiglia di utilizzare un server con hardware alta qualità.
Questa guida vi permetterà di installare Proxmox VE nella modalità più semplice e diretta su storage locale, ma è utile sapere che può utilizzare oltre che allo storage locale anche SAN, NAS, e storage distribuito come Ceph RBD.
Questi sono requisiti minimi sono solo a scopo di valutazione e non dovrebbero essere utilizzati in produzione.
Per accedere all’interfaccia web di amministrazione, si consiglia di utilizzare uno dei seguenti browser:
Quando si accede da un dispositivo mobile, Proxmox VE mostrerà un’interfaccia leggera e touch-based.
Ora entreremo nel vivo e inizieremo il processo di installazione, la prima cosa da fare è scaricare proxmox , andando nella sezione proxmox download del sito ufficiale, noi utilizzeremo la versione ISO, troverete sempre l’ultima versione qui: https://proxmox.com/en/downloads/category/iso-images-pve
Quando avremmo scaricato la ISO potremmo masterizzarla su un CD-ROM e avviare il server con questo, oppure consigliamo di utilizzare una chiavetta USB, di seguito troverai le istruzioni per prepararla con i più comuni sistemi operativi.
La chiavetta deve avere almeno 1 GB di memoria disponibile.
Nota: Non usare UNetbootin. Non funziona con l’immagine di installazione di Proxmox VE.
Importante: Assicurarsi che la chiavetta USB non sia montata e non contenga dati importanti.
Sui sistemi operativi Unix-like usare il comando dd per copiare l’immagine ISO sulla chiavetta USB. Prima trova il nome corretto del dispositivo della chiavetta USB (vedi sotto). Poi esegui il comando dd.
# dd bs=1M conv=fdatasync if=./proxmox-ve_*.iso of=/dev/XYZ
Nota Assicuratevi di sostituire /dev/XYZ con il nome corretto del dispositivo e adattate il percorso del nome del file di input (if).
Attenzione: Fate molta attenzione e non sovrascrivete il disco sbagliato!
Ci sono due modi per trovare il nome della chiavetta USB. Il primo è quello di confrontare le ultime righe dell’output del comando dmesg prima e dopo aver inserito la chiavetta. Il secondo modo è quello di confrontare l’output del comando lsblk. Aprite un terminale ed eseguite:
# lsblk
Poi inserite la vostra chiavetta USB ed eseguite nuovamente il comando:
# lsblk
Apparirà un nuovo dispositivo. Questo è quello che dovete usare. Per essere più sicuri controllate che la dimensione riportata corrisponda alla vostra chiavetta USB.
Aprite il terminale.
Convertire il file .iso in .img usando l’opzione convert di hdiutil per esempio.
# hdiutil convert -format UDRW -o proxmox-ve_*.dmg proxmox-ve_*.iso
Suggerimento: macOS tende ad aggiungere automaticamente .dmg al nome del file di output.
Per ottenere l’elenco corrente dei dispositivi eseguire il comando
# diskutil list
Ora inserire la chiavetta USB ed eseguire nuovamente questo comando per determinare device node è stato assegnato. (ad esempio, /dev/diskX).
# diskutil list
# diskutil unmountDisk /dev/diskX
Nota: sostituisci X con il numero del disco dall’ultimo comando.
# sudo dd if=proxmox-ve_*.dmg of=/dev/rdiskX bs=1m
Si noti che rdiskX, invece di diskX, nell’ultimo comando è inteso. Aumenterà la velocità di scrittura.
Usare Etcher
Scaricate Etcher da https://etcher.io. Ti guiderà attraverso il processo di selezione della ISO e del tuo drive USB.
Usare Rufus
Rufus è un’alternativa a Etcher. Scaricate Rufus da https://rufus.ie. Installatelo o usate la versione portatile. Selezionare l’unità di destinazione e il file ISO di Proxmox VE.
Inserire il supporto di installazione preparato (per esempio, chiavetta USB o CD-ROM) e avviare il server da questo dispositivo.
Assicuratevi che l’avvio dal supporto di installazione (per esempio, USB) sia abilitato nelle impostazioni del firmware del vostro server.
Nota: Tutti i dati esistenti sulle unità selezionate per l’installazione saranno rimossi durante il processo di installazione. Il programma di installazione non aggiunge voci nel menu di avvio per altri sistemi operativi preesistente.
Dopo aver scelto la voce corretta (ad esempio Boot from USB) verrà visualizzato il menu di Proxmox VE.
Avvia la normale installazione selezionando “Install Proxmox VE”
Dopo aver selezionato Install Proxmox VE e accettato l’EULA , apparirà la richiesta di selezionare il disco (o i dischi) di destinazione. Il pulsante Opzioni apre la finestra di dialogo per selezionare il file system di destinazione.
Il file system predefinito è ext4. Il Logical Volume Manager (LVM) viene usato quando si seleziona ext4 o xfs. Si possono anche impostare opzioni aggiuntive per limitare lo spazio LVM (vedi sotto).
Proxmox VE può essere installato anche su ZFS. Dato che ZFS offre diversi livelli di RAID software è consigliato quando non si dispone di un controller RAID hardware. I dischi di destinazione devono essere selezionati nella finestra di dialogo Opzioni. Altre impostazioni specifiche di ZFS possono essere cambiate in Opzioni avanzate (vedi sotto).
Attenzione: ZFS utilizzato su qualsiasi RAID hardware non è supportato e può causare la perdita di dati.
La pagina successiva chiede le opzioni di configurazione di base come la localizzazione geografica, il fuso orario e il layout della tastiera. La posizione è usata per selezionare un server di download più vicino per velocizzare gli aggiornamenti. Il programma di installazione di solito rileva automaticamente queste impostazioni. Devono essere cambiate solo nel raro caso in cui il rilevamento automatico fallisca o si debba usare un layout di tastiera diverso.
Poi bisogna specificare la password del superuser (root) e un indirizzo email. La password deve essere composta da almeno 5 caratteri. Si raccomanda di usare una password più sicura.
Alcune linee guida per creare una password sicura sono:
L’indirizzo e-mail viene utilizzato per inviare notifiche all’amministratore del sistema es.:
L’ultimo passo è la configurazione della rete. Da notare che durante l’installazione è possibile utilizzare un indirizzo IPv4 o IPv6, ma non entrambi, è possibile aggiungere successivamente un indirizzo di uno stack diverso.
Il passo successivo mostra un riassunto delle opzioni selezionate in precedenza. Verifica che le impostazioni siano corrette, nel caso non lo fossero puoi modificarle premendo il pulsante “Previous”.
Se le impostazioni sono corrette premi “Install”. L’installazione inizia a formattare i dischi e a copiare i pacchetti. Attendete che questa fase sia terminata; poi rimuovete il supporto di installazione e riavviate il sistema.
Nel caso l’installazione fallisca controlla gli errori specifici sulla seconda TTY (‘CTRL + ALT + F2’), assicurati che i sistemi soddisfino i requisiti minimi.
Se l’installazione ha avuto successo e il sistema si è riavviato è possibile collegarsi alla web GUI utilizzando il link indicato nella schermata visualizzata, simile a questo:
In genere dopo aver installato un sistema operativo la prima operazione che viene avviata da un amministratore di sistema consiste nell’avviare l’aggiornamento di sistema.
Anche su Proxmox VE può essere fatto, ma va considerato che per maggiore stabilità e sicurezza del sistema in produzione Proxmox VE viene configurato con le repository enterprise, queste forniscono i pacchetti stabili, ma sono accessibili solo dopo aver acquistato una sottoscrizione (anche la community).
Per provare Proxmox è comunque possibile aggiornarlo seguendo i prossimi semplici step per utilizzare le repository pve-no-subscription, che forniscono pacchetti più aggiornati, ma potenzialmente non stabili.
Quindi iniziamo:
Effettua il login nella console di amministrazione web ad un url con un browser. Come impostazione predefinita, HTTPS, l’IP impostato durante l’installazione e quindi la porta 8006. simile a questo: https://192.168.1.55:8006
Per modificare i repository procedi su Datacenter e seleziona il nodo es “pve” poi seleziona Updates -> Repositories
In questa schermata cliccare su “Add” , apparirà la schermata di avviso che non è attiva una sottoscrizione valida, premere OK.
Apparirà la selezione delle Repository, dal menu a tendina selezionare “No-Subscription” e premere “Add”.
Ora è necessario disabilitare le repository enterprise, per farlo è necessario selezionare con un click la riga che contiene “pve-enterprise”, si attiverà il bottone “Disable”, premete quest’utimo.
Attenzione: sconsigliamo caldamente l’utilizzo delle repository pve-no-subscription per carichi di lavoro di produzione.
A questo punto i repository enterprise saranno disattivati mentre saranno attivi i repository pve-no-subscription.
Per procedere con gli aggiornamenti premere “Updates” -> “Refresh” e poi “Upgrade” , in questo modo si avvierà la procedura di aggiornamento in una finestra del terminale.
Consigliamo poi un riavvio del sistema.
Con questa guida Proxmox VE è installato con la configurazione di base, ma offre molto di piò, clustering, storage CEPH, High Availability, e molte altre funzionalità che lo rendono un hypervisor enterprise ready.
Per sapere come attivare tutte queste altre funzionalità potete consultare l documentazione ufficiale o partecipare ad un corso di certificazione ufficiale tenuto da un docente italiano.
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