Quali sono i principali trend per il cloud nel 2018?

Quali sono i principali trend per il cloud nel 2018?

Sullo sfondo di una delle più grandi crisi per la sicurezza del settore IT, aumentano le imprese ad aver usato servizi cloud per la gestione dei propri dati.

Che cosa ci si deve aspettare dal mercato del cloud nel 2018?

 

Le notizie relative ai bug Meltdown e Spectre, che toccano le architetture della quasi totalità dei processori di PC, tablet e smartphone degli ultimi vent’anni, hanno reso evidente quanto nel settore della security in ambito Cloud ci sia ancora molto da fare.

D’altronde Cloud, Big Data ed Internet of Things sono le tre sfere concentriche su cui si è modellato negli ultimi anni e si sta tuttora plasmando l’intero mondo del business internazionale e nostrano, come dimostra il numero sempre crescente di imprese che fanno della gestione dei dati e della sicurezza aspetti fondamentali dell’IT aziendale.

Che cosa ci si deve aspettare dunque dal mercato del cloud computing nel 2018?

 

 Un servizio sempre più su misura

Ha provato a dare una risposta a questo quesito Cisco, che ripreso dalle maggiori testate internazionali ha definito il 2018 un anno di svolta per il settore della connettività, che vedrà tra le principali sfide da affrontare la capacità di rendere “interoperabili” le possibilità cloud, le cui funzionalità dovranno essere sempre più fluide, sicure ed interconnesse, rendendo i limiti imposti dalle distinzioni tra cloud privato, pubblico o ibrido un retaggio del passato.

Cisco sostiene che il 2018 sarà l’anno in cui i dati saranno memorizzati ovunque si desidera attraverso soluzioni e servizi sempre più modellati sulle necessità e le esigenze del consumatore diretto: dal singolo utente che, spesso inconsapevole, immagazzina i dati delle sue attività in movimento tramite il suo braccialetto fitness, all’azienda che sempre più si divide tra servizi interni ed esterni erogati in cloud, sistemi virtualizzati e software defined, soluzioni sempre più evolute nel panorama nazionale IT. Il denominatore comune di entrambe le attività risiede nella natura di questa elaborazione dei dati, in direzione verso una maggiore automazione, velocità ed autogestione dei dati.

E’ per questi motivi che l’IT sta diventando un’area sempre più ibrida, sempre più cucita su misura del consumatore ma anche sempre più divisa tra gestione del dato e sicurezza.

 

IT ibrido, tra gestione e sicurezza

L’IT ibrido è il nuovo paradigma per il data center nonché diretta conseguenza dell’affermazione dei servizi cloud, che aumentano anche in Italia, dove il mercato vale circa 2 miliardi di euro. A dichiararlo è Stefano Mainetti, responsabile scientifico dell’Osservatorio Cloud & ICT as a Service del Politecnico di Milano, secondo cui solo il cloud pubblico varrebbe oggi 1 miliardo di euro sui 17 totali spesi dalle imprese per software, infrastrutture e consulenza IT. Come precisato da Mainetti, il percorso d’ibridazione con il cloud tradizionalmente ha inizio con la sperimentazione delle infrastructure-as-a-service (Iaas), seguito dall’implementazione di workload più importanti fino ad arrivare a servizi software-as-a-service (Saas). Da notare come nel 2017 i dati più interessanti siano stati segnati per i servizi di piattaforma (PaaS), come i database e i data service, che hanno quasi registrato un +50% rispetto all’anno precedente, insieme ai servizi applicativi (SaaS), che grazie ad una forte accelerazione nell’adozione di servizi di office automation e posta elettronica hanno visto la propria crescita registrare un +23% rispetto al 2016.

Il Cloud si è trasformato in un vero e proprio partner virtuale per le aziende, che oggi intendono organizzarsi in misura sempre maggiore per capire come utilizzarlo al meglio e come trarne vantaggio per affrontare senza paura le sfide non soltanto dell’anno in corso ma anche di quelli a venire.

Uno dei servizi più richiesti da RackOne è, ad esempio, offrire soluzioni di hosting e cloud sempre più sofisticate per e-commerce proprio perché la velocità di caricamento delle pagine di uno store online è una prerogativa oramai essenziale per aumentare la conversione: i tempi di attesa scoraggiano l’utente e aumentano il tasso di abbandono, favorendo i competitor online.

 

Il Cloud in aiuto delle imprese

Ed è proprio la questione della sicurezza che spingerà nel 2018 i fornitori di datacenter a rendere le proprie infrastrutture sempre più specializzate e a prova di rischio, così da rispondere efficacemente alle specifiche necessità di spazio, servizi e sicurezza provenienti dai più diversi clienti (sebbene in Italia siano ancora pochi i datacenter pubblici – e RackOne, localizzato in Italia, rappresenta in questo senso una felice eccezione). D’altronde, solo nel primo semestre del 2017 l’Associazione italiana per la sicurezza informatica Clusit ha rilevato più di 570 attacchi gravi, un aumento dell’8,3% rispetto all’anno precedente, un fenomeno che rende il cloud l’unica risposta efficace a questa particolare insidia.

Secondo Mainetti, le tecniche di difesa ci sarebbero, ma non sono implementate dagli utenti: generalmente, i dati mostrano come si facciano pochi cloud backup e di quanto le policy di sicurezza siano ancora inadeguate in alcuni campi, rendendo il cloud uno strumento fondamentale per agevolare un “aggiornamento delle certificazioni che accompagnano i livelli di servizio” ed attuare strategie di immagazzinamento dei dati a prova di intrusione, come la possibilità di suddividere i dati su più cloud in modo da non permettere a nessun cyber criminale di avere una visione completa delle informazioni custodite.

I datacenter italiani potranno dunque evolversi, ingrandirsi e svilupparsi, soprattutto grazie al ruolo svolto dai service provider così fondamentali in una realtà industriale come quella nazionale. La crescita nella diffusione dei datacenter, e più in generale il sempre più marcato interesse verso Cloud, Big Data e IoT apre inoltre grande spazio a nuove occupazioni e posti di lavoro specializzati che l’industria dovrà creare per rispondere alle nuove esigenze di sicurezza e gestione dati.

L’importante è integrare la spinosa questione della sicurezza in tutto ciò che si fa, soprattutto in luce della nuova consapevolezza di dover ripensare anche all’idea di sicurezza in hardware, e non solo di quella software o legata al comportamento di cose e persone.

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